CORSI DI ITALIANO IN SARDEGNA

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Gita in barca

Pelosa: Una delle incredibili spiagge della Sardegna

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Il Porto di Alghero, Sardegna

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Vista su Capo Caccia, Alghero

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Vacanze made in Italy

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Vista di Alghero, Sardegna

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Lezione in classe

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Maschere tradizionali

maschere tradizionali 1 okIl Carnevale del Nuorese è sicuramente quello più caratteristico e suggestivo della Sardegna, per le sue maschere tradizionali. Tra queste, le più famose sono sicuramente le maschere di Mamoiada, paese barbaricino.

Il Carnevale di Mamoiada è infatti molto conosciuto per i suoi Mamuthones e Issohadores.

Le due figure, pur esibendosi insieme, sono ben distinte per l’abbigliamento e per il modo di muoversi durante la loro tipica danza.

I componenti della danza si ritrovano in un punto stabilito per indossare gli abiti della cerimonia; la vestizione è un rito. Per tutto il giorno della sfilata, i figuranti (in particolare, i Mamuthones) mangiano e bevono poco: l’esibizione richiede molto sforzo e le cinghie dei campanacci comprimono il torace, rendendo difficile la respirazione. Il Mamuthone deve essere resistente alla fatica, poichè il peso complessivo dell’attrezzatura si aggira sui 20-25 chilogrammi.

I Mamuthones indossano maschere nere di legno, pelli ovine e pesanti campanacci sulla schiena, che agitano a passo di danza; procedono affaticati e in silenzio; gli Issohadores, invece, vestono in modo colorato, con giubbe rosse e pantaloni bianchi e danno movimento alla sfilata.

Quest’ultima figura è caratterizzata dalla fune ( sa soha), che lanciano verso gli spettatori; si dice che il tocco della fune sia segno di buon auspicio. Mentre tentano di acchiappare gli spettatori con la fune, gli Issohadores possono scambiare qualche parola con il pubblico, che si accalca ai lati della via; i Mamuthones restano invece muti per tutto il percorso della loro processione.

La loro danza è una vera e propria cerimonia, affascinante e misteriosa allo stesso tempo, dalle origini probabilmente antichissime, ma ancora oggi controverse: alcuni studiosi sostengono che fosse un rito nuragico per venerare gli animali, mentre altri sostengono che sia legata ad alcuni riti dionisiaci; altri ancora ritengono che il rito segni il passaggio delle stagioni. Secondo altre interpretazioni, invece, i Mamuthones sarebbero i Mori, e potrebbero aver preso questo nome dai Saraceni, i quali usavano una parola simile per schernire i sardi, i quali avrebbero poi soprannominato in questo modo i loro prigionieri.

La sfilata è una solenne processione composta e ordinata; il gruppo è tradizionalmente composto da dodici Mamuthones, come le lunazioni (le vittime del rito erano destinate a Persefone, divinità lunare), e otto Issohadores, i loro guardiani.

Il Capo Issohadore impartisce gli ordini ai Mamuthones e dà il ritmo alla danza, disponendosi in posizione centrale, di modo che gli altri figuranti possano vedere bene i suoi movimenti; gli altri Issohadores sono mobilissimi e si dispongono in qualsiasi posizione, per svolgere la funzione di protezione dei Mamuthones.

La processione, misteriosa e tragica, avanza con i Mamuthones neri e oppressi come schiavi in catene, e gli Issohadores, al contrario, slanciati e colorati.

La danza esercita una forte suggestione negli spettatori.

In tantissimi altri paesi della Barbagia si possono ritrovare altri tipi di travestimento.

I Boes e Merdules e Sa Filonzana di Ottana, rappresentano rispettivamente i buoi e i loro guardiani, mentre Sa Filonzana è una misteriosa vecchia che fila la lana; quest’utimo personaggio rappresenta la precarietà del destino umano e la morte che incombe sul filo della vita; se il filo di lana si rompe, viene interpretato come simbolo di morte.maschere tradizionali 2 ok

Ricordiamo anche la maschera di Su Bundu di Orani, Sas Mascaras Nettas e Sas Mascaras Bruttas di Lodè, S’Urtzu e Sos Colonganos di Austis, Sos Tumbarinos di Gavoi, S’Urtzu e Is Sonaggiaos di Ortueri, Su Battileddu di Lula, S’Urtzu e Mamutzones di Aritzo, Sos Murronarzos e Sos Maimones di Olzai, Su Colicoli di Tonara, Sa Zardinera e Maimones di Orosei, Su Maimone ‘e Fune di Orgosolo e Sos Boves di Nuoro (gli ultimi due non sono più rappresentati); famoso anche il carnevale di Ovodda, quello di Ollolai (Sos Turcos e Sos Truccos) e quello di Lodine (Su Harrasehare Lodinesu). Ancora, ricordiamo Sa Maschera a Gattu di Sarule, caratterizzata da un velo nero che copre il viso, simbolo di morte, e Sos Thurpos di Orotelli, che rappresentano diversi personaggi della tradizione contadina e portano a tracolla dei campanacci per allontanare gli spiriti maligni.

Una delle maschere più famose è quella di Fonni, Sos Urthos e Buttudos, che mettono in scena la lotta tra bene e male, tra uomo e animale. S’Urthu, l’animale, cerca di scappare arrampicandosi ovunque, mentre Sos Buttudos cercano di domarlo.

Non mancate al prossimo Carnevale in Barbagia!